Maratona di New York: Storia e percorso della maratona più celebre del mondo

Plutarco narra che nel lontanissimo 490 a.C, dopo la vittoria delle truppe ateniesi nella cruenta battaglia contro i persiani, Filippide, un cittadino ateniese, corse tutta la distanza dalla cittadina di Maratona ad Atene per comunicare la vittoria in battaglia.

Si narra che il giovano emerodromo, termine con cui si indicavano i messaggeri abituati a percorrere lunghissime distanze, riuscì solo a pronunciare, riuscì ad arrivare ad Atene e, dopo aver pronunciato “Abbiamo vinto!”, morì per l’estenuante sforzo fisico.

Non c’è da stupirsi, il povero Filippide era stato costretto a percorrere di corsa ben 42 chilometri! Ed è proprio in ricordo e onore di questo commovente sfoggio di abnegazione, di forza di volontà e senso del dovere che tutt’ora le maratone sono di 42,195 km.

Tra le tantissime maratone che annualmente vengono svolte in tutto il mondo, la maratona di New York è sicuramente la più iconica e famosa, si tratta infatti di uno degli eventi non solo di running ma sportivi più attesi al mondo ogni singolo anno.

La Maratona di New York è inoltre la corsa più partecipata al mondo con circa 45mila iscritti che ogni anno tentano di completare il meraviglioso percorso che si snoda per i cinque principali distretti della Grande Mela: Staten Island, Manhattan, Queens, Bronx e Brooklyn.

STORIA DELLA MARATONA DI NEW YORK

Maratona New York

La prima maratona di New York si svolse nel 1970, fu organizzata da Vincent Chiappetta e Fred Lebow e pensate, all’epoca parteciparono solo 127 concorrenti che si sfidarono percorrendo quattro giri e mezzo dell’intero perimetro del famosissimo Central Park.

Il primo a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della competizione fu Gary Muhrcke che terminò la corsa in 2 ore, 31 minuti e 38 secondi, segnando così il primo record di questa maratona.

Nel 1975, il già citato Lebow, insieme ad altri collaboratori, capì che per rendere unica al mondo questa gara bisognava fare in modo che i concorrenti attraversassero tutti i 5 distretti principali della città di cui cantava dolcemente Frank Sinatra.

Per far questo, Fred Lebow si impegnò per correre e misurare svariati percorsi cercando di prevenire qualunque tipo di problema logistico. Le uniche due conditio sine qua non erano che la gara dovesse incominciare necessariamente a Staten Island e dovesse termine per forza a Central Park.

Il percorso che fu così pensato è quello che, per grandissima parte, si percorre ancora oggi. La differenza sta nel fatto che oggi ci sono giusto quei 44.850 partecipanti in più, corridore più, corridore meno.

Evidentemente il buon vecchio Fred Lebow ci aveva visto lungo quando aveva subodorato la possibilità di rendere la Maratona di New York uno degli eventi sportivi più importanti al mondo.

COME E’ DIVENTATA CELEBRE LA MARATONA DI NEW YORK

A rendere famoso e popolare un evento sportivo oltre ad una grande organizzazione e una location spettacolare, servono anche degli atleti e delle atlete che attirino il pubblico. D’altronde, se Wimbledon è considerato il tempio del tennis, un po’ è per la sua secolare tradizione, un po’ per il look total white ma molto lo si deve anche al fatto che è lì che tennisti come McEnroe, Federer, Djokovic hanno scritto pagine indelebile della storia della disciplina.

Lo stesso si può dire anche per la Maratona di New York, che è stata resa particolarmente popolare agli inizi del terzo millenio dalla norvegese Grete Waitz che stabilì il nuovo record mondiale terminando la corsa in 2 ore 32 minuti e 30 secondi. La straordinaria fondista di Oslo, considerata quasi unanimamente tra le più grandi maratonete della storia dopo aver fatto segnare il nuovo record del mondo ha vinto la maratona altre otto volte.

La personalità, il carisma, la tenacia e le straordinarie dote atletiche di Grete Waitz hanno accresciuto notevolmente la popolarità di questa competizione elevandola ad un livello globale. Oggi gli spettatori che ogni anno si accalcano lungo il percorso tracciato oltre quarant’anni fa da Lebow si stima siano oltre 2 milioni, con altri 315 milioni di spettatori che seguono la gara in televisione, grazie alla diretta della NBC.

I numeri di questa competizione sono a dir poco impressionanti e non sono da meno quelli che riguardano i partecipanti alla corsa; essendo aperta sia ai professionisti che agli amatori, ogni anno arrivano più di 100.000 richieste di partecipazione. Per scegliere i concorrenti, gli organizzatori fanno ogni anno un’estrazione, ovviamente priviliegiando gli atleti che hanno già partecipato o che comunque hanno degli acclarati meriti sportivi.

Nel corso della sua ormai pluridecennale storia si stima che alla Maratona di New York ci abbiano partecipato circa 700.000 persone. Non male per una gara che alla sua prima edizione contava poco più di un centinaio di persone.

IL PERCORSO DELLA MARATONA

La corsa, come detto copre tutti i 5 distretti newyorkesi partendo da Staten Island, vicino al ponte di Verrazzano, luogo dove nei minuti successivi alla partenza si crea sempre una grande folla di corridori creando in questo modo una delle scene più iconiche e famose della maratona, una vera e propria cartolina della competizione.

Dopo il ponte, si corre per circa 20 kilometri per le strade di Brooklyn per poi arrivare a metà gara nel Queens. A questo punto, dopo altri 4 kilometri, i maratoneti percorrono il temutissimo Ponte di Queensboro, sull’East River e approdono a Manhattan.

L’attraversamento del ponte è considerato uno dei momenti più fisicamente probanti dell’intera corsa e spesso, molti concorrenti non riescono a superare questo scoglio e accusando la fatica, si ritirano. Per molti atleti, superare il Ponte di Queensboro significa avere già un piede e mezzo oltre il traguardo. Tuttavia, a questo punto manca ancora molta strada da fare, per lo più sulla celebre First Avenue che passa brevemente per il Bronx per poi tornare, dopo altri due ponti, a Manhattan.

La corsa procede poi per la Fifth Avenue e infine giunge a Central Park, dove si raduna gran parte del pubblico per incitare i concorrenti nell’ultimo, faticosissimo, miglio della gara. Il limite massimo di percorrenza della maratona è di 8 ore e 30 minuti dall’inizio che viene dato precisamente alle 10 e 10.

Il tempo medio è in ogni caso di circa 4 ore e 20 minuti, tenendo conto però anche dei professionisti. ITALIANI NELL’ALBO D’ORO Per concludere, una curiosità: pochi sanno che subito dopo il dominio pressoché inconstratato di Kenya e USA con rispettivamente 17 e 14 vittorie, nell’albo d’oro maschile c’è proprio l’Italia con 4 successi.

Per tre anni di fila, dal 1984 al 1986 la Maratona è stata infatti vinta da atleti italiani (’84 e ’85 doppietta per Orlando Pizzolato e ’86 con Gianni Poli). Il quarto titolo tricolore è arrivato poi nel 1996 grazie a Giacomo Leone che terminò la corsa in 2 ore 9 minuti e 54 secondi, facendo segnare così il miglior tempo mai registrato da un italiano nella competizione.

Lascia un commento